“Out of the plastic trap: saving the Mediterranean from plastic pollution”
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Secondo il report del WWF Alessi E. et al. 2018. “Out of the plastic trap: saving the Mediterranean from plastic pollution”, il suo principale serbatoio è proprio il Mediterraneo che rischia di trasformarsi in una vera e
propria “trappola di plastica”. I grandi pezzi di plastica feriscono, strangolano e causano spesso la morte di
animali, incluse specie protette e a rischio come le tartarughe marine. Ma sono le microplastiche, frammenti più
piccoli e insidiosi, a raggiungere nel Mediterraneo concentrazioni record. Entrando nella catena alimentare,
questi frammenti minacciano un numero ancora maggiore di specie animali e mettono a rischio anche la salute
umana.
L’80% di tutta questa plastica proviene da fonti terrestri e solamente il 20% da fonti marine (come pesca,
acquacoltura e trasporto navale). Le 10-20 milioni di tonnellate di plastica che ogni anno finiscono negli
oceani del Pianeta provocano oltre 13 miliardi di dollari l’anno di danni agli ecosistemi marini. Sono incluse
anche le perdite economiche dei settori della pesca e del turismo, così come i costi di pulizia delle spiagge.
Sulle coste del Mediterraneo vivono 150 milioni di persone, che producono tra i maggiori quantitativi di
rifiuti solidi urbani pro capite, tra i 208 e i 760 kg l’anno.
Gli oltre 200 milioni di turisti che ogni anno visitano il Mediterraneo generano un aumento del 40%
dell’inquinamento estivo da plastica.
La presenza di intense attività umane nelle città e lungo le zone costiere, il vento, le correnti sono tutti
fattori che influenzano fortemente la dispersione di plastica in mare. A questi si aggiungono i rifiuti portati
da fiumi che sfociano in mare dopo aver attraversato aree densamente popolate. Il mar Mediterraneo è un bacino
semi-chiuso e influenzato da intense attività umane, caratteristiche che lo rendono uno tra i mari più a rischio
del mondo per l’inquinamento da plastica, che si accumula in grandi quantità e vi permane per lunghi periodi di
tempo, sminuzzandosi in particelle sempre più piccole e insidiose. In questo mare, che rappresenta solo l’1%
delle acque mondiali, si concentra il 7% della microplastica globale.
L’inquinamento da plastica costituisce una grave minaccia per importanti settori economici del Mediterraneo,
soprattutto la pesca e il turismo. La presenza di plastica determina, infatti, minori catture (e quindi minori
entrate), danni alle imbarcazioni e agli attrezzi da pesca, riduzione della domanda da parte dei consumatori
(preoccupati dalla presenza di plastica nelle carni del pesce), e costa al settore della pesca dell’Unione
Europea circa 61,7 milioni di euro l’anno. Spiagge e porti sporchi e inquinati scoraggiano il turismo,
determinando la perdita di posti di lavoro e ingenti costi di pulizia.
https://www.aics.gov.it/home-ita/settori/obiettivi-di-sviluppo-sostenibile-sdgs/
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